La cripta alle Barbados


Il 9 agosto 1812 la bara dell'onorevole Thomas Chase, uno schiavista delle isole caraibiche Barbados, veniva fatta scendere nella cripta di famiglia.
Appena scostata la grande lastra marmorea che chiudeva la tomba, la luce delle fiaccole illuminò qualcosa di strano. Una delle tre bare già contenute nella camera sepolcrale era rovesciata. Un'altra, quella di un bambino, giaceva sottosopra in un angolo. Appariva a tutti ovvio che la cripta era stata profanata.
Eppure, a ben guardare, non c'era alcun segno di manomissione. Rimessi i sepolcri al loro posto, la tomba era stata accuratamente richiusa. Quando la notizia si diffuse, la gente del posto non ebbe dubbi: erano stati certamente gli schiavi negri a combinare quel pandemonio, dal momento che Chase e la sua famiglia non meritavano altro, crudeli e senza scrupolo com'erano.
Non per nulla, la terza delle tombe già presenti nella cripta era quella della figlia di Chase, Dorcas Chase, suicidatasi solo un mese prima per sottrarsi, si mormorava, alla brutale violenza del padre.La cripta delle Barbados venne sigillata nuovamente tutto venne rimesso a posto. Poco tempo dopo la Cripta fu trovata nuovamente aperta, con molte cose messe fuori posto. La particolarità che ancora una volta destava sospetto era che: le grandi lastre di marmo della cripta, erano state cementate e non vi era traccia di effrazione. Una delle bare quella della signora Thomazina Goddard, la prima a essere stata introdotta nella cripta, aveva tutte le tavole scompaginate, come se qualcuno si fosse accanito con una violenza estrema.

Per far fronte temporaneamente alla situazione, le assi di legno erano state rimesse insieme con delle corde; e la bara appoggiata contro una parete. La storia a dir poco inquietante, in breve tempo aveva già fatto il giro delle isole limitrofe alle Barbados. In breve tempo tutta la comunità, ed il reverendo Thomas Orderson, si trovarono al centro della preoccupazione popolare. il reverendo si mostrava alquanto intransigente, a chi lo interrogava senza morbosità, raccontava che, essendo pure lui ansioso di risolvere il singolare mistero. I rilevamenti effettuati in seguito sull cripta non mostravano segni di forzatura, si penso quindi ad un passaggio segreto per accedervi. Non solo non esisteva alcun passaggio segreto, ma sia le pareti che il pavimento e il soffitto a botte, risultavano ben scavati nella roccia calcarea. Iniziarono a circolare numerose teorie su questo macabro posto, che la cripta fosse maledetta e che in essa agissero forze di ordine soprannaturale.
 
 
Successivamente toccò alla signora Thomazina Clarke essere introdotta nel sepolcro, ben rinchiusa in una bella cassa di prezioso legno di cedro. Per rimuovere l'abbondante cemento che sigillava la porta d'ingresso ci volle un bel po' di tempo, ma anche una volta rimosso la porta non voleva saperne di schiudersi. Immediatamente dietro, infatti, stava appoggiata la bara di Thomas Chase, che l'ultima volta in cui si era scesi nella cripta era stata sistemata a buona distanza. Anche tutti gli altri sacelli erano stati violati, con la sola eccezione della bara della signora Goddard, quella tenuta insieme con delle funi.
Prova ulteriore che non si poteva comunque parlare di inondazione, perché altrimenti non si sarebbe potuto spiegare come mai pesanti sarcofaghi di pietra avessero potuto galleggiare sull'acqua e una bara di legno no. Tuttavia, una spiegazione, diciamo così, soprannaturale potrebbe essere l'unica in grado di dare ragione del mistero. Correva voce presso la gente, che lo strano fenomeno aveva incominciato a manifestarsi solo dopo che nella tomba di famiglia era stata deposta una donna che si era suicidata.

Stando alla teoria soprannaturale, le anime delle altre persone sepolte non l'avrebbero accettata: da qui i continui sconvolgimenti. Certo, si tratta di un'ipotesi che suona per lo meno azzardata, ma resta ancora oggi l'unica disponibile, in qualche modo accreditata; visto che nessuno ancora dopo tutto questo tempo sia riuscito a risolvere il mistero della cripta delle Barbados.